I dati satellitari rivelano anomalie fino a 19 giorni prima del terremoto in Turchia del 2023


Mappa dell’intensità e posizione geografica del terremoto in Turchia del 2023. Una stella nera indica l’epicentro del terremoto.

I terremoti possono tradire il loro imminente verificarsi molto prima di quanto si pensasse, grazie a una serie di anomalie presenti nel terreno, nell’atmosfera e nella ionosfera che possono essere rilevate con i satelliti, come suggerisce un recente studio pubblicato sul Journal of Applied Geodesy.

Lo sviluppo di sistemi di allarme precoce per i terremoti potrebbe essere molto utile per prevenire morte e distruzione. Una di queste tecniche proposte prevede l’utilizzo di satelliti per monitorare una serie di parametri fisici e chimici all’interno del suolo, dell’atmosfera e dello strato di particelle cariche che esiste sopra di essa, chiamato ionosfera.

Tali anomalie sono note come precursori di terremoti e, sebbene i ricercatori ne siano a conoscenza, è stato difficile identificare in modo definitivo uno schema di cosiddette bandiere rosse che potrebbero indicare un terremoto imminente. Ciò è dovuto alla complessità delle interazioni dei precursori e alla loro variabilità in diversi terremoti e regioni geografiche. Tuttavia, con ogni terremoto che i ricercatori analizzano utilizzando una tecnologia satellitare sempre più sofisticata, questi schemi stanno lentamente emergendo.

Il professor Mehdi Akhoondzadeh dell’Università di Teheran ha valutato una serie di dati satellitari relativi al periodo precedente e successivo ai due terremoti che si sono verificati il 6 febbraio 2023 vicino al confine tra Turchia e Siria. Tra questi, i dati del satellite sismo-elettromagnetico cinese CSES-01 e della missione satellitare Swarm, composta da tre satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea.

In modo sorprendente, ha osservato anomalie nella temperatura della superficie terrestre nella regione del terremoto già 12-19 giorni prima dei terremoti e anomalie nei parametri atmosferici tra 5-10 giorni prima dei terremoti. Queste includevano misure di vapore acqueo, livelli di metano, ozono e monossido di carbonio.

Quando il professor Akhoondzadeh ha analizzato le anomalie nella ionosfera, comprese le misurazioni di parametri quali la densità e la temperatura degli elettroni, ha riscontrato anomalie chiare ed evidenti a 1-5 giorni prima dei terremoti.

I tempi in cui le anomalie si sono manifestate rispettivamente al suolo, nell’atmosfera e nella ionosfera suggeriscono che questi segnali hanno avuto origine al suolo e alla fine si sono manifestati a livelli più alti nell’atmosfera e infine nella ionosfera.

Lo studio di questi fenomeni potrebbe aprire la strada a sistemi di allarme rapido per i terremoti, ma i ricercatori dovranno valutare altri terremoti in futuro per comprendere meglio questi modelli.

Utilizzando i dati del satellite CSES-01, sono state rilevate per la prima volta le anomalie nella ionosfera che precedono i terremoti in Turchia del 6 febbraio 2023“, ha dichiarato il professor Akhoondzadeh. “Studiando le anomalie associate a più precursori di terremoti, l’incertezza nel rilevare le anomalie reali diminuisce e questo può essere efficace per creare sistemi di allarme sismico con un basso numero di falsi allarmi“.

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