Anomali tornado forza 8 si abbattono sul suolo di Marte


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Un’immagine a infrarossi rivela strane strisce luminose che si estendono dal cratere Santa Fe su Marte. I ricercatori suggeriscono che le striature siano state causate da forti venti creati dall’impatto che ha formato il cratere.


Un recente studio spiega l’origine di potenti raffiche di vento sul pianeta rosso associate ad anomale striature di materiale. Getti di vapore creati dopo l’impatto con un asteroide e i forti venti, i responsabili delle striature viste nell’infrarosso termico.


Anomali tornado forza 8 si abbattono sul suolo marziano, scavandone il volto e generando peculiari striature brillanti di materiale visibili solo nell’infrarosso termico. Ad affermarlo un gruppo di ricercatori della Brown University che nel proprio lavoro, pubblicato sulla versione online della rivista Icarus, individua l’origine di strani flussi di materiale, emessi in corrispondenza delle “bocche” di alcuni crateri minori e trascinati via da insolite raffiche di vento.

Per tentare di spiegare la presenza di queste striature, insorte nelle vicinanze di strutture superficiali caratteristiche come le creste (formazioni sollevate dal suolo dopo un impatto) e soffiate più lontano del previsto, gli esperti hanno utilizzato rilevazioni geologiche, simulazioni di laboratorio e modellizzazioni computerizzate.

Secondo lo studio, sul suolo alieno soffierebbero venti ad oltre 800 chilometri orari, generati in seguito allo schianto di corpi asteroidali: tonnellate di materiale, appartenente all’oggetto celeste precipitato e alla superficie aliena, sarebbero vaporizzate formando grossi pennacchi di vapore che corrono a tutta velocità, lontano dal punto dell’urto. I pennacchi associati a crateri minori disturberebbero il flusso di vapore emesso dalle bocche dei maggiori e l’interazione tra di essi e l’atmosfera darebbe vita a venti dalla forza straordinaria.

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Le striature sono spesso associate ai crateri più piccoli che si erano già formati quando si creò il cratere più grande. Le creste  dei crateri preesistenti disturbano il flusso del tornado innescato dalla creazione del nuovo cratere ad opera di un asteroide provocando vortici che scuriscono il suolo.


Per gli autori, le velocità anomale, definite “supersoniche”, di questi getti e i forti venti associati al fenomeno, spazzerebbero il terreno “rasoterra” (o “rasomarte”) in corrispondenza di strutture emerse come le creste, sollevando strati di polvere e detriti e facendo emergere le parti più profonde della superficie. Proprio le zone in cui il suolo è più spoglio sarebbe quello in grado di trattenere maggiormente il calore e apparirebbero più luminose delle aree circostanti nell’infrarosso termico, come messo in evidenza dalle rilevazioni di THEMIS a bordo della sonda Mars Odyssey.

Le osservazioni ad infrarosso termico infatti sono in grado di catturare gli sbalzi notturni di temperatura tra un’area e l’altra: in altre parole, individuano quali zone trattengono maggior il calore assorbito durante il giorno. Queste ultime, le più evidenti agli occhi di THEMIS, sarebbero quelle rimaste spoglie, scavate dal vento che le avrebbe messe a nudo.

I dati raccolti saranno utili a stabilire il tasso di erosione di un’area e la quantità di polvere depositata. I ricercatori inoltre sostengono di poter risalire ad informazioni chiave sulla geologia marziana. Individuare il motivo per il quale tali striature si formano in associazione solo ad alcuni crateri, potrebbe dirla lunga sulla composizione del suolo alieno.

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