Una nuova ricerca fornisce indicazioni sulla storia evolutiva del baobab


L’albero di baobab in Senegal.

Secondo una nuova ricerca, il Madagascar è il centro di origine più plausibile per gli iconici baobab, noti anche come alberi capovolti o albero della vita.

Il genere Adansonia, meglio conosciuto come baobab e “madre della foresta”, affascina da secoli botanici, turisti, naturalisti e passanti.

Probabilmente le prime testimonianze dell’uomo che si meraviglia di questi alberi straordinari risalgono agli antichi Egizi, intorno al 2.300 a.C..
Con il loro aspetto grottesco, le enormi dimensioni, la rinomata longevità e i diversi usi, i baobab sono diventati una delle specie più carismatiche del nostro pianeta.

Immersi nel folklore e nella tradizione, i baobab hanno ispirato innumerevoli opere d’arte e sono stati associati a insediamenti e culture umane nel corso dei millenni.

L’Adansonia comprende otto specie morfologicamente distinte: una diffusa in tutta l’Africa, una situata nell’Australia nord-occidentale e le altre sei endemiche del Madagascar.
Tuttavia, a causa della mancanza di prove fossili, c’è stato un lungo dibattito sull’origine dei baobab.

Il nostro lavoro ha portato alla luce nuove intuizioni sui modelli di speciazione dei baobab e mostra come il cambiamento climatico abbia influenzato la distribuzione e i modelli di speciazione dei baobab nel corso di milioni di anni”, ha dichiarato il dottor Ilia Leitch, ricercatore del Royal Botanic Garden Kew.

Leitch e i suoi colleghi hanno condotto analisi genomiche di tutte le otto specie di baobab e hanno combinato questi dati con analisi ecologiche.
Le analisi indicano che il lignaggio di Adansonia ha avuto origine circa 41 milioni di anni fa e si è diversificato circa 20 milioni di anni fa.

I ricercatori hanno scoperto che le dinamiche storiche delle popolazioni di baobab sono strettamente correlate sia alla competizione interspecifica sia ai cambiamenti geologici del Madagascar, in particolare alla variazione del livello del mare.

Sulla base di dati che includono la relazione filogenetica, il flusso genico e la diversità genetica di diverse specie di baobab, essi suggeriscono che l’ipotesi del Madagascar come centro di origine dei baobab offre la spiegazione più ragionevole dei dati attuali, rispetto alle ipotesi dell’Africa continentale e dell’Australia.

I risultati hanno anche permesso agli scienziati di rivalutare le strategie di conservazione e lo status del baobab.
Ad esempio, propongono di assegnare uno stato di conservazione più elevato alle due specie di baobab malgasci in pericolo, Adansonia suarezensis e Adansonia grandidieri.

Gli alti livelli di consanguineità, la bassa diversità genetica e la diminuzione delle dimensioni delle popolazioni suggeriscono che queste specie minacciate mancano di resilienza alle perturbazioni ecologiche e saranno potenzialmente minacciate dai cambiamenti climatici.

Siamo stati lieti di partecipare a questo progetto che ha portato alla scoperta di modelli di speciazione del baobab in Madagascar, seguiti dalla sorprendente dispersione su lunga distanza di due specie, una in Africa e l’altra in Australia”, ha dichiarato il professor Andrew Leitch, ricercatore della Queen Mary University di Londra.
Questo fenomeno è stato accompagnato dall’evoluzione di alcune affascinanti sindromi di impollinazione che coinvolgono falchi, lemuri e pipistrelli”.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.

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