Ringiovanimento planetario


I pianeti sono come gli uomini che col passare del tempo diventano meno calorosi e più cupi e tristi. I pianeti, in particolare, si raffreddano e diventano scuri. Non tutti però, sia tra gli uomini (si conoscono molti settantenni e ottantenni vispi e allegri) che tra i pianeti, in particolare Saturno.

Saturno è decisamente più luminoso di quanto dovrebbe essere dopo una vita di oltre 4 miliardi di anni. Deve seguire sicuramente una cura per ringiovanire. Sì, ma quale? Finalmente si è risolto il mistero. Strati di gas generati da instabilità nelle zone più interne del gigante si oppongono alla fuga del calore interno e lo mantengono ben più caldo del previsto. Per molto tempo si era pensato che Saturno avesse una sorgente addizionale di energia (quale, però?) e invece la soluzione è molto più semplice, anche se inaspettata: mantiene il calore solo perché non riesce a raffreddarsi.

Il calore non viene trasportato dal meccanismo convettivo su larga scala ma è trasportato lentamente e parzialmente dalla diffusione attraverso strati diversi di gas che avvolgono l’interno del pianeta. Un corpo ancora caldo è di conseguenza anche luminoso. Precedentemente, per spiegare la luminosità si pensava a fenomeni peculiari, come una pioggia di elio che non si era mischiato all’idrogeno atmosferico.

Questo sistema di raffreddamento a strati è stato osservato anche negli oceani terrestri dove l’acqua più calda e salata si trova sotto uno strato di acqua più fredda e meno salata. Quest’ultima rallenta e limita la trasmissione del calore attraverso le correnti ascensionali. Insomma, gli interni dei giganti planetari sono probabilmente più semplicemente complicati o complessamente semplici di quanto non si pensasse. Tanto per cambiare…