Nettuno, un ‘viaggiatore’ tranquillo


Uno studio recentemente pubblicato su Nature Astronomy, prendendo come punto di partenza alcuni oggetti insoliti nella Fascia di Kuiper, ha acceso i riflettori sulla migrazione del pianeta nel suo passato.

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Un tragitto calmo e senza scossoni, che lo ha portato nell’attuale posizione a 30 unità astronomiche dal Sole senza influire pesantemente sull’ambiente circostante: protagonista di questa serena passeggiata, in un remoto passato, è Nettuno, l’ottavo pianeta del Sistema Solare e il primo ad essere individuato – nel 1846 – tramite calcoli matematici.

A ipotizzare il movimento pacato di Nettuno è uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, coordinato dalla Queen’s University di Belfast; il paper, dal titolo “All planetesimals born near the Kuiper belt formed as binaries” è stato pubblicato ieri sulla rivista Nature Astronomy.

La ricerca si è basata sui dati del progetto internazionale Col-OSSOS (Colours of the Outer Solar System Origins Survey), raccolti da due telescopi situati sul Manua Kea alle Hawaii: Gemini North Frederick C. Gillett Telescope e Canada-France Hawaii Telescope. I movimenti dei telescopi sono stati coordinati in maniera tale da poter effettuare le osservazioni nelle varie lunghezze d’onda pressoché contemporaneamente.

Lo studio ha preso il via da una serie di indagini condotte sulla Fascia di Kuiper, la remota zona del nostro sistema planetario popolata da corpi ghiacciati. Il team ha esaminato i colori con cui si presentano i corpi in questione e ha riscontrato che, generalmente, quelli formatisi nella Fascia sono contraddistinti dal rosso.

Nel corso della ricerca sono però emersi degli oggetti insoliti che spiccano per il loro colore blu e che si muovono in sistemi binari in cui uno orbita intorno all’altro, come avviene per la Luna  e la Terra. In alto a sinistra, una rappresentazione artistica di uno di questi sistemi.

Gli studiosi hanno ipotizzato che questi corpi inconsueti si siano formati in un’area molto più vicina al Sole e che, successivamente, siano stati spinti nelle loro attuali orbite, nella Fascia, dall’influenza gravitazionale di Nettuno (accanto a destra, in un’immagine scattata dalla sonda Voyager 2).

L’azione del pianeta, tuttavia, non ha causato danni irreparabili a queste ‘duetti’ di corpi blu: i sistemi binari sono stati semplicemente spostati più lontano, senza essere scissi. Secondo gli esperti, queste blande conseguenze sono da attribuire al percorso ‘sereno’ di Nettuno quando si è mosso verso la sua attuale collocazione.

Lo studio ipotizza che le coppie di oggetti blu siano dei fossili dell’antico disco planetario da cui hanno avuto origine i pianeti del Sistema Solare.  Questa ricerca, secondo gli autori, schiude nuove prospettive di indagine sulle fasi più antiche nel processo di formazione dei pianeti.

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